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Il silenzio sulle violenze subite dalle donne nella seconda guerra mondiale

IL SILENZIO SUI SOPRUSI E VIOLENZE SUBITE DALLE DONNE

una storia da rivedere sulla schiavitù delle donne in guerra

ROMA, RM, ITALY, March 5, 2025 /EINPresswire.com/ -- 8 marzo : festa nazionale della donna.

C'è però una storia da rivedere e raccontare diversamente .
Questo il commento dello storico Vincenzo Di Michele autore del Libro : Le scomode verità nascoste nella II guerra Mondiale ; edizioni Vincenzo Di Michele.
Una lettura che costringe a guardare negli occhi una realtà troppo a lungo insabbiata. La seconda guerra mondiale non è stata solo trincee e bombardamenti, ma un insieme di atrocità dove le donne divennero bottini di guerra e vittime di schiavitù e prostituzione.

Durante la II guerra mondiale -commenta l'autore del libro- ci sono state donne schiave trascinate via, ridotte a merce di scambio , usate e poi gettate via come vestiti logori e perdevano tutto: la dignità, la libertà, il diritto di esistere senza essere un corpo su cui sfogare frustrazione e violenza.
Le donne non avevano più nessun diritto e neanche il diritto di esistere

In Germania,-prosegue l'autore- i soldati erano obbligati a usare il preservativo, subivano controlli sanitari e persino iniezioni disinfettanti nei genitali. Le donne, invece, venivano lasciate a marcire, condannate a una vita di sfruttamento e malattie.
La Polonia divenne un mattatoio. Le donne polacche erano considerate inferiori, dunque qualsiasi violenza su di loro non era solo permessa, ma incoraggiata. Se: se una donna veniva infettata da una malattia venerea, la sua vita non valeva più niente. Nella città di Bromberg, 38 prostitute vennero massacrate in un solo giorno. Troppo pericoloso lasciarle in vita: Bastava una pallottola in testa.
E poi c’erano gli esperimenti. Corpi femminili usati come cavie per testare ogni tipo di aberrazione. Alcune venivano sterilizzate senza anestesia, altre venivano infettate deliberatamente per studiare gli effetti delle malattie. Un laboratorio di orrori, una discesa negli abissi più profondi della crudeltà umana.
Sul fronte orientale , c 'erano poi le "donne di conforto". Un’espressione dietro cui si nascondeva un sistema volto alla schiavitù femminile. Il Giappone non si limitò a invadere territori, ma razziò anche i corpi delle donne, trasformandoli in strumenti di piacere per i suoi soldati. Nessuna speranza di fuga, nessuna possibilità di rifiutarsi. Molte di loro furono abusate persino dai medici, vittime di un circolo vizioso senza via d’uscita.

A guerra conclusa, per molte donne tedesche fu proprio la fame a dettare le regole e la loro unica moneta di scambio era il proprio corpo. Le gravidanze aumentarono vistosamente e gli aborti clandestini mietevano vittime quanto le bombe. Alcune morivano dissanguate, altre lasciavano i neonati nei vicoli, sperando che qualcuno li trovasse prima dei topi. E poi c’era il disprezzo. Quelle donne non erano vittime, non nella narrazione ufficiale. Erano “puttane del nemico”, marchiate con un’etichetta che non si sarebbe più scollata di dosso. Le famiglie le ripudiavano, le comunità le isolavano.
E ancora , Le violenze sulle donne italiane: la tragedia dimenticata per mano delle truppe coloniali francesi rappresentano una delle pagine più oscure del dopoguerra. Un’ombra lunga, silenziosa, soffocata dal pudore e dalla paura.

Con l’avanzata degli Alleati lungo la penisola nel 1943 affiancati dai reparti marocchini dell’esercito francese, soldati senza regole, uomini lasciati liberi di sfogare i propri istinti su un popolo che non aveva più nulla con cui difendersi si consumò un vero e proprio crine di guerra nei confronti delle donne . Arrivati in Ciociaria, si trasformarono in predatori. Paesi interi vennero saccheggiati, uomini uccisi, donne stuprate senza pietà.

Conclude Di Michele riguardo a questa violazione dei diritti umani : " Il fenomeno fu così vasto che servì persino un nome per definirlo: “le marocchinate”. Un termine che racchiude anni di dolore, famiglie distrutte, esistenze segnate per sempre. Molte donne rimasero incinte, ma nessuno era disposto ad accettare quei figli. Gli aborti clandestini si moltiplicarono, le malattie veneree si diffusero come un’epidemia. Chi sopravvisse portò dentro di sé ferite invisibili, impossibili da rimarginare. Questa non fu una semplice “conseguenza della guerra”. Fu un crimine taciuto, accettato, quasi giustificato. I comandi francesi lo sapevano, gli alleati ne erano consapevoli, ma nessuno mosse un dito. Qualcuno cercò di fermarli, ma venne zittito in fretta. I soldati avevano vinto una battaglia dura, e per loro lo stupro era parte del premio.

Vincenzo Di Michele
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